Sull’uso del cruciverba nell’ambito dell’insegnamento di una lingua, è già stato scritto molto. Dino Bressan si esprime con queste parole: “L’uso dei cruciverba accuratamente selezionati e ordinati in base a criteri di crescente difficoltà, contribuirà sia all’acquisizione di nuove parole e nuove strutture, sia al consolidamento delle conoscenze precedenti”. David Wolfe punta l’attenzione sullo stimolo visivo: “Qualsiasi nome concreto che si riferisca a un oggetto che l’insegnante sa disegnare è appropriato, purchè già noto al discente”. In effetti sta diventando sempre più evidente, sia dai risultati della ricerca psicolinguistica sia dall'esperienza quotidiana dell’insegnamento, che il modo più diretto per penetrare nella mente del discente non è l’impiego di tecniche didattiche meccaniche e ripetitive ma l’attivazione dei canali dell'immaginazione. Questo implica non solo la pratica di un insegnamento “immaginativo” ma anche di strategie pedagogiche “immaginative”, cioè imperniate su stimoli che generino “immagini” nel discente. Gli stimoli visivi usati in questi cruciverba rispondono perfettamente a questi principi. Inoltre essi rappresentano una valida alternativa alla traduzione, alla definizione e alla spiegazione, in quanto attraverso l’immagine, stabiliscono un legame diretto tra lingua e contesto.